Selinunte - Castelvetrano

Selinunte, la città greca fondata dagli abitanti di Megara Hyblaea intorno al 628 a.C., è uno dei più ricchi e suggestivi parchi archeologici del mondo, il più grande dell’Europa. Gli avanzi dell’acropoli con le alte mura di difesa, le maestose colonne del tempio C, l’imponenza delle rovine dei templi O, A, B, D, assieme ai tre templi della collina orientale E, F, G, offrono al visitatore suggestioni irripetibili, in un misto di sicilianità, grecità, mito e natura, e lo immergono nella storia di una città che ha vissuto momenti di grande sviluppo nel V secolo a.C. Sempre in lotta con l’elima Segesta, tenne rapporti ora con Cartagine, ora con Siracusa, ma proprio ad opera dei Cartaginesi venne distrutta nel 409 a.C. e visse sotto il loro dominio fino alla prima guerra punica. Un violento terremoto, probabilmente in epoca bizantina, ne ha determinato la completa distruzione.
Castelvetrano ha un interessante centro storico in cui è piacevole passeggiare tra pregevoli chiese, palazzi nobiliari (tra cui palazzo Pignatelli) e il sistema delle piazze. Merita una visita il Museo Civico che ospita la preziosa statua bronzea dell’Efebo di Selinunte, importante colonia greca, poco distante, sede di incontro e scontro tra Greci e Fenici. Qui, le vestigia dell’antichità (templi, acropoli e santuari) si fondono con il paesaggio circostante nello scenario unico del più grande parco archeologico del Mediterraneo. Castelvetrano è anche una tappa enogastronomica imperdibile: vi si produce un caratteristico “pane nero” e rigogliosi crescono gli olivi della Nocellara del Belice, particolare varietà succosa e poco acida. Non vanno dimenticate infine altre tre perle assai prossime: la sabbiosa RiservaNaturale Orientata Foce del Belice e Dune limitrofe, la deliziosa chiesetta normanna della Trinità di Delia e il complesso archeologico e naturalistico del Castello della pietra.
La storiografia più antica ha riferito la fondazione di Castelvetrano ai veterani selinuntini che qui avevano un castrum; ma teorie più recenti e accreditate la vedono sorgere in seguito al processo di trasformazione sociale, in età normanna, che portò i contadini a riversarsi nei borghi. I Tagliavia, che l’ottennero con il titolo di baroni nel 1299, ebbero un ruolo determinante nello sviluppo economico, urbanistico e sociale della città. Squadre volontarie di picciotti, guidati da fra’ Giovanni Pantaleo, hanno partecipato alle gesta garibaldine, procurando a Castelvetrano il titolo di generosa da parte di Garibaldi. Nella cultura o nell’arte si sono distinti: Giovanni Gentile, filosofo e politico, Virgilio Titone, letterato, i musicisti Giuseppe Palazzotto Tagliavia e Raffaele Caravaglios, il fisico Mariano Santangelo, oltre i selinuntini Aristotile, oratore e Aristossene, poeta.
Nello scenario naturale di questo territorio le orme del passato si fondono con il paesaggio agrario caratterizzato da filari di ulivi e di viti: percorso da fiumi, costellato di bagli, traforato da latomie, offre infatti immagini variegate con la pianura coltivata tra i corsi d’acqua del Belìce e del Modione e con il lago Trinità, sullo sfondo del mare, cui fanno da sipario i templi di Selinunte. Stupendo il panorama dall’acropoli della città greca da dove lo sguardo spazia a 360 gradi, posandosi sui templi orientali, sul Mediterraneo fino a Capo San Marco, sulla foce del Modione con la spiaggia antistante, su Triscina, Mazara del Vallo e Salemi. Sulla costa dove sfocia il fiume Belice si estende la Riserva Naturale Orientata Foce del Belice e Dune limitrofe, nella quale la natura fa spettacolo con la straordinaria bellezza delle dune ricoperte da una splendida vegetazione psammofila, di colore ceruleo.
Di grande valore naturalistico è la Riserva Naturale Orientata Foce del Belice e Dune limitrofe che si estende nel tratto di costa compreso tra Marinella di Selinunte e Porto Palo, per circa 130 ettari, solcata dal fiume Belìce che qui sfocia in mare. Comprende ambienti diversi: le dune, la foce del fiume con la tipica vegetazione palustre e, nella parte più interna, la macchia mediterranea.
Di grande interesse sono le formazioni dunali che proteggono le dune sabbiose dai venti dominanti. La riserva ospita una ricca avifauna, sia di tipo stanziale sia migratorio e sulla spiaggia, periodicamente, si verifica anche la presenza di tartarughe marine (Caretta caretta) che depositano le uova. Altro ambiente suggestivo è il lago artificiale Trinità, creato nel 1955 tramite lo sbarramento del fiume Delia ed utilizzato per la irrigazione dei terreni agricoli a valle. Interessante inoltre la Riserva del castello della pietra, un pianoro roccioso che conserva resti neolitici e di un castello normanno.
Momento di grande coinvolgimento cittadino sono le tradizionali sfilate di Carnevale: carri e gruppi mascherati animano le vie della città e in particolare il carro del Nannu e della Nanna. La sera del terzo giorno, nella piazza Carlo d’Aragona, si legge il testamentu di lu nannu attraverso il quale, in modo ironico e spesso anche licenzioso, vengono messi alla berlina personaggi in vista ed esaminati fatti ed episodi più rilevanti. La serata si conclude con l’abbruciatina di li nanni, cioè l’incendio di due fantocci che simboleggia il bruciare, con l’inverno che se ne va, disgrazie, peccati e dolori. A Marzo si allestiscono i tradizionali “altari” di San Giuseppe, mentre a Pasqua si confezionano i cosiddetti “campanari”, dolci di pastafrolla e uova sode dipinte.
La mattina di Pasqua si svolge, nella piazza Carlo d’Aragona, l’Aurora, uno spettacolare incontro tra le statue della Madonna e del Cristo Risorto. Un angelo annuncia a Maria la resurrezione del Figlio e la invita a corrergli incontro; quando la Madonna riconosce Gesù, gli si avvicina e si libera del manto nero mentre dalla sua corona volano colombe. Il 3 maggio si celebra la festa del SS. Crocifisso, rievocando la sacra effigie che fu portata a Castelvetrano per ordine del principe Carlo a cui era stata affidata dal santo frate cappuccino, fra’ Pietro da Mazara. La domenica antecedente il 22 maggio, festa di Santa Rita, si tiene il CorteoStorico di Santa Rita e della Nobiltà castelvetranese, in costumi quattrocenteschi, con sbandieratori, musici, tamburini e quadri viventi della vita della Santa. Al patrono San Giovanni Battista sono dedicati i festeggiamenti che vanno dal 23 al 28 giugno, con celebrazioni religiose, processione, spettacoli, giuochi pirotecnici e grande fiera commerciale.
Pregevoli opere d’arte corredano le chiese di Castelvetrano e ne animano gli interni. La Matrice ha stucchi di Antonino Ferraro ( 1658-60) e Gaspare Serpotta (1667-68), affreschi attribuiti a Guglielmo Borremans e a Pietro Novelli, oltre alla gaginesca Madonna di Giglio, e alla Madonna della Misericordia, tavola attribuita alla bottega di Riccardo Quartararo. San Domenico è soprendentemente fastosa per gli affreschi e gli stucchi che celebrano l’avvento del Messia, realizzati da Antonino Ferraro (1574-1580). La vicina chiesa di San Giovanni custodisce opere di Antonello Gagini, Gherardo delle Notti e Pietro Novelli, oltre alla Madonna di Loreto(1489), attribuita a Francesco Laurana, e una copia dello Spasimo di Raffaello (1574) di Giovan Paolo Fundulli, provenienti da San Domenico; si fregia inoltre di affreschi (1901) del castelvetranese Gennaro Pardo, al quale si deve anche la tela del sipario del teatro Selinus. Nella chiesa dell’Annunziata si conserva inoltre una pregevole Madonna con Bambino di Francesco Laurana (1467).
La città possiede un patrimonio monumentale di tutto rispetto con sontuose chiese, cui fanno da cornice palazzi storici, un’antica porta di ingresso (1612), la Fontana della Ninfa, raro esempio a sviluppo verticale con quattro vasche sovrapposte (1615), un teatro neoclassico. La cinquecentesca chiesa Madre, il palazzo dei principi di origini duecentesche, la chiesa del Purgatorio (1642-1644), il teatro Selinus, con le loro facciate, sia pure diversificate negli stili, animano le tre piazze contigue e comunicanti del centro urbano e ne costituiscono le quinte scenografiche. Interessanti inoltre per le sontuose decorazioni la chiesa di San Domenico (1470-1580), destinata dai Tagliavia a sepolcro di famiglia, e la barocca Collegiata di San Pietro; merita attenzione anche l’interno della chiesa del Carmine con elementi architettonici tardo quattrocenteschi e cinquecenteschi.
Il Museo Civico custodisce opere di straordinario valore archeologico, tra cui l’Efebo di Selinunte, uno dei rinvenimenti più importanti, ed uno dei pochissimi originali greci (prima metà del V secolo a.C.), in bronzo. Vi si trovano anche ceramiche attiche e corinzie, un mirabile cratere a figure rosse con Sileni, monete, bronzi e una lamina plumbea con antica iscrizione sacra del V secolo a.C., recentemente restituita a Castelvetrano dal Paul Getty Museum di Malibu. Di notevole importanza è l’archivio Virgilio Titone che riunisce l'Archivio Storico Comunale e il Fondo notarile, con rari documenti dai primi del secolo XVI. L’archivio parrocchiale della chiesa Madre raccoglie registri, a partire dal secolo XV; quello della chiesa di San Giovanni dal 1627. Da visitare il Museo olivicolo in contrada Strasatto, e nei pressi dello svincolo A29 il Museo delle cere e del carretto siciliano.
Castelvetrano è una vivace realtà economica, incentrata su attività produttive di diverso tipo: industrie di mobili e meccaniche, artigianato e attività estrattiva del tufo. È inoltre punto di riferimento per la presenza di grandi ditte nazionali e del primo centro commerciale della Sicilia occidentale. Diverse aziende operano nei settori della lavorazione del legno, del ferro e altri metalli, realizzando porte e mobili; altre producono sistemi per la gestione e la sicurezza dell'ambiente o articoli in metacrilato. Alcune ditte sono specializzate nel settore della birra, dei carburanti e dei lubrificanti. Si realizzano inoltre lavori artistici usando come materia prima il vetro, e vi hanno sede laboratori artigianali di ceramica, prodotta secondo i metodi della tradizione siciliana, laboratori sartoriali e aziende che si dedicano alla produzione di biancheria e abbigliamento intimo.
Nel fertile territorio di Castelvetrano si coltivano viti e ulivi che danno pregiati vini ed un olio extravergine, esportato in tutto il mondo, ricavato dalla rinomata oliva DOP Nocellara del Belìce, ottima anche per la mensa, condita con olio, aglio e origano, oppure con sottaceti e sedano. Molto rinomato è il pane nero, preparato con due farine di grani autoctoni - rusulidda e tumminia - che viene lavorato a mano e cotto in forni a legna; se servito appena sfornato e condito con olio, origano e sarde salate è una vera delizia per il palato. Non manca il pesce, in particolare quello azzurro di Marinella di Selinunte, con il quale si prepara la pasta a tiano di San Giuseppe, una variante della pasta con sarde, con l’aggiunta di verdure al forno. Gustosi formaggi, ricavati dal latte della pecora autoctona del Belìce, e squisiti dolci a base di ricotta, mandorla e fichi, completano la cucina tipica.
Puntualmente si ripetono a Castelvetrano: la stagione al teatro Selinus; a Natale, il presepe vivente e quello meccanico, le Ninnaredde, antiche nenie popolari; in primavera la rassegna Efebocortogiovani che coinvolge molte scuole italiane; l'estate selinuntina, con spettacoli e manifestazioni folkloristiche e rappresentazioni classiche al parco archeologico; le visite ai frantoi e le degustazioni dei prodotti tipici, in particolare dell'olio e delle olive in autunno. Nella penultima settimana di agosto si svolge la sardiata, scorpacciata di pesce azzurro, offerto dai pescatori, nell’ambito dei festeggiamenti del Sacro Cuore di Maria a Marinella di Selinunte, che culminano nella suggestiva processione serale a mare di barche illuminate. Nell’occasione si tiene il Festival internazionale dei fuochi d’artificio che richiama per quattro sere, un foltissimo pubblico.

 

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